Missione di Kouvè

Il villaggio

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Kouvè si trova in una zona politicamente dimenticata e manca delle più elementari strutture igienico-sanitarie, dell’elettricità, di ogni possibilità di sviluppo e quindi di lavoro, per cui la maggioranza delle famiglie vive al di sotto della soglia della povertà. L’economia si basa esclusivamente su un’agricoltura fatta di zappa e macete, su piccoli commerci e un artigianato veramente essenziale. Nel 2005 grazie ai contributi della provincia di Trento e alle iniziative dei sostenitori italiani è stata portata la corrente nel centro sanitario, nelle strutture scolastiche e parrocchiali, ma il grosso della popolazione vive ancora senza elettricità.

Nascita e sviluppo del Centro  Medico-sociale
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A Kuovè le attività iniziarono nel 1985 in una casa messa a disposizione di un benefattore del luogo e occupandosi in particolare dei bambini malnutriti. La prima costruzione fu il “Centro nutrizionale” che il 9 aprile 1988 con grande festa e partecipazione di tutti fu benedetto e inaugurato. Cominciarono ad essere accolti e curati i bambini malnutriti, ma le suore dovettero anche avviare un’intensa attività sul territorio per la prevenzione e la cura della malnutrizione in famiglia. Per molti anni visitarono i villaggi e gli accampamenti più sperduti, talora per ritrovare la famiglia di un bambino in cura e abbandonato al Centro o per cercare un bambino che da tempo non si presentava per un controllo.

In seguito le suore organizzarono anche un servizio di PMI (Protezione Madre-Bambino) con attività di vaccinazioni, controllo della crescita, educazione sanitaria e distribuzione di viveri (latte, riso e olio).

Il Centro nutrizionale pian piano si andò ingrandendo sempre più per rispondere ai bisogni vitali del luogo, e fu il seme da cui nacque l’attuale “Centro Medico Sociale delle Suore della Provvidenza”.

Oggi il Centro Medico Sociale offre molteplici servizi:

  • il centro Padre Luigi Scrosoppi per i malati di AIDS;
  • la maternità;
  • un dispensario con 4 sale ambulatoriali;
  • un padiglione di ricovero per i bambini (46 posti letto);
  • un padiglione di ricovero per gli adulti (20 posti letto);
  • un servizio day hospital;
  • un laboratorio per le analisi principali;
  • una farmacia aperta al pubblico dove gli ammalati possono acquistare i farmaci ad un prezzo accessibile;
  • una cucina per il pranzo degli ammalati.

8384L’ospedale accoglie malati che vengono da tutta la regione di Yoto e da molto più lontano. Le malattie più ricorrenti sono: la malaria (che ancor oggi è una delle cause principali della mortalità di bambini e di adulti), le anemie gravi (che richiedono trasfusioni), le diarree, l’AIDS, la malnutrizione e le infezioni delle vie respiratorie.

Spesso le persone arrivano in situazioni disperate e senza risorse finanziarie. Quando presentano delle complicazioni che vanno al di là delle possibilità del Centro, vengono trasferite all’ospedale di Afagnan, a 40 km di distanza, o a Lomé.

Il Centro Sanitario ha come finalità di essere contemporaneamente un luogo di cura, di educazione e di prevenzione. È a servizio della vita, soprattutto quella più fragile e abbandonata.

La preoccupazione più grande delle suore è quella di riuscire a fornire al personale un’idonea preparazione professionale, a trasmettere il loro stile di accoglienza, di attenzione al più povero e di creare una coscienza responsabile verso chi è loro affidato.

 

Scuola materna

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Operando nel Centro Medico Sociale di Kouvé per la prevenzione e cura della denutrizione dei bambini, fin dall’inizio le suore si erano rese conto, contrariamente a quanto si pensa, della precarietà della struttura familiare africana. Molti sono i fattori che incidono negativamente sulla crescita e lo sviluppo dei bambini: l’instabilità del nucleo familiare, la poligamia, i numerosi figli, anche di ragazze madri lasciati alle cure delle nonne e la grande povertà, se non miseria. Questa constatazione le aveva spinte ad aprire dapprima una specie di nido per alimentare correttamente i bambini che lasciavano il Centro di recupero nutrizionale ed anche per altri bambini poveri. Oltre che usufruire di un ambiente sereno veniva offerto un buon pranzo a mezzogiorno. La popolazione fu pronta a rispondere positivamente a questa iniziativa anche con l’aiuto delle mamme che si erano subito organizzate per coltivare l’igname e il mais necessari per il pranzo dei bambini.

Oggi il “nido”, ristrutturato e messo a nuovo, è divenuto una bella scuola materna che accoglie annualmente più di 130 bambini. Ad essa fanno riferimento anche altre piccole scuole sorte nella regione.

La priorità va sempre ai bambini ex ricoverati per problemi di denutrizione e con alle spalle famiglie molto disagiate. Buona parte di esse non sono in grado di dare alcun contributo, neppure per l’iscrizione annuale che è di solo 2,5 euro e comprende la divisa e il pranzo giornaliero. La scuola materna vive quindi grazie alla Provvidenza.

Quest’opera permette alle suore di svolgere un’intensa attività di educazione familiare, attraverso gli incontri periodici di formazione e scambio di esperienze tra i genitori.